Lo studio si configura come la prosecuzione di una precedente indagine condotta nel 2005 da Ipros Ingegneria Ambientale sul Meduna, nel tratto che va dalla sezione di chiusura del bacino montano (Ponte Maraldi) fino a Prata di Pordenone, includendo gli affluenti T. Cellina, a partire dal serbatoio di Ravedis, e T. Colvera, a partire da Maniago.
In questo caso il dominio di calcolo del modello bidimensionale è stato esteso per includere il tratto terminale del Meduna fino alla confluenza di Tremeacque e il corso del Livenza da S. Cassiano fino alla foce. E’ stato incluso anche il tratto terminale dell’affluente F. Monticano a partire da Oderzo e, in prossimità della foce, il corso del C. Riello, che convoglia parte delle portate di piena del Livenza verso Porto Falconera e foce Nicessolo.
Il dominio di calcolo è stato opportunamente ampliato anche all’esterno degli alvei per schematizzare le aree allagabili dal fiume in caso di piene di particolare gravità. In particolare, oltre alle zone allagabili da Meduna e Noncello nell’intorno di Pordenone, già incluse nella schematizzazione di prima fase, è stata inserita la bassura di Pra’ dei Gai, in cui normalmente si espandono le portate di piena del Meduna alla confluenza con il Livenza, ed il bacino del Sentirone, che viene anch’esso allagato in occasione degli eventi maggiormente critici. Nel dominio di calcolo sono state inserite, infine, anche delle ampie fasce di territorio esterno alle arginature fluviali, potenzialmente allagabili in caso di piene eccezionali in grado di provocare il sormonto delle arginature stesse.
La sezione di monte del nuovo modello è stata collocata in corrispondenza del ponte della S.S. 13 a Ponte Meduna, escludendo dal dominio il primo tratto del F. Meduna e i suoi affluenti Cellina e Colvera. In questo modo è ridotto l’onere computazionale delle simulazioni senza perdita di accuratezza perché il nuovo modello può trarre direttamente le sue condizioni al contorno dai risultati ottenuti con il modello precedente, per il quale il ponte della S.S. 13 costituisce una sezione intermedia.
La schematizzazione della morfologia del dominio di calcolo si basa principalmente sul recente rilievo altimetrico effettuato a cura dell’Autorità di Bacino mediante laser scanner (LIDAR). La schematizzazione degli alvei di magra dei corsi d’acqua, non descritti da tale rilievo, è stata effettuata sulla base di un rilievo batimetrico di dettaglio, effettuato con ecoscandaglio multibeam, integrato con tutte le sezioni topografiche disponibili.
Il modello è stato applicato per simulare una serie di eventi critici del passato, per i quali esistono riscontri significativi sulle massime quote idrometriche raggiunte e sull’estensione delle aree allagate. In particolare, sono stati esaminati gli eventi del novembre 2002, del novembre 2000, dell’ottobre 1993 e del novembre 1966. Le simulazioni hanno preso in esame anche una serie di eventi di piena di progetto relativi a tempi di ritorno di 10, 50, 100 e 200 anni. Le portate assegnate in ingresso sui nodi di monte del dominio di calcolo, sono state tratte, secondo le modalità sopra richiamate, dai risultati delle simulazioni condotte nel precedente studio.
Obiettivo dei calcoli è stato quello, in primo luogo, di valutare le modalità di propagazione delle onde di piena considerate nei corsi d’acqua, individuando le aree fluviali e le fasce golenali interessate dagli allagamenti e le relative altezze della lama d’acqua. In secondo luogo, le simulazioni hanno consentito di prevedere le modalità di diffusione delle esondazioni sul territorio esterno ai corsi d’acqua, per gli eventi che si sono dimostrati superiori alla capacità di portata degli alvei.
L’approccio bidimensionale dell’analisi modellistica ha permesso di analizzare il ruolo sulla dinamica della propagazione delle piene delle ampie fasce golenali che caratterizzano il corso del Meduna-Livenza a monte di Motta e di valutare con una certa attendibilità il ruolo che su tale dinamica giocano le bassure di Noncello e Sentirone e la piana di Prà dei Gai, che vengono allagate in occasione di eventi anche non eccezionali.
La disponibilità di una base dati particolareggiata come quello fornita dal rilievo LIDAR ha consentito, inoltre, di rappresentare dettagliatamente il campo di moto e di mettere in evidenza le condizioni di criticità idraulica in corrispondenza di alcune infrastrutture di rilevante importanza, quali ad esempio i ponti stradali che intersecano il corso del Meduna a ridosso dell’abitato di Pordenone, la discarica comunale e il depuratore industriale.
Infine, è stato considerato l’effetto degli interventi pianificati ed in avanzata fase di realizzazione per la difesa di Pordenone dagli allagamenti dopo il disastroso evento del novembre 2002.